SI chiude in modo straordinario la stagione 2014/2015 del Teatro Franco Zappalà, con le immortali melodie dell'operetta di Franz Lehar e Carlo Lombardo.
Per chi ama l'operetta l'ultimo appuntamento in cartellone al Teatro Franco Zappalà di Palermo è davvero imperdibile. Sabato 9 maggio alle ore 21.30 andrà in scena "La danza delle libellule", opera realizzata da due mostri sacri del genere, il compositore austriaco di origine ungherese, Franz Lehár, e il padre dell'operetta italiana, Carlo Lombardo.
Lo spettacolo sarà replicato anche domenica 10 (ore 18.30), giovedì 14 (ore 18), sabato 16 (ore 17.30) e domenica 17 maggio (ore 18.30).
La danza delle libellule, unica operetta nata in Italia ad aver varcato trionfalmente i confini nazionali, debutta il 16 aprile 1923 al Teatro La Fenice di Venezia con Ines Lidelba Fronticelli ed Alfredo Orsini. Non è raro ascoltare ancora oggi nei concerti operettistici dei paesi del nord arie di questa operetta come: “Bambolina”; “Neve e gel” e la più eccitante di tutte il “Fox-trot delle gigolettes”.
Uno dei motivi principali di questo successo fu il connubio con il celeberrimo Franz Lehár, autore de "La vedova allegra", che ne firma le musiche. Abbondano i tempi di marcia, ma si tratta di motivi attraenti piacevoli da ascoltare. Nel valzer lento “Neve, gel” è evidente lo stile di Lehár, mentre la mano di Lombardo è evidente nelle danze alla moda e nei brani d’insieme.
Carlo Lombardo fondò nel 1923 a Milano la Casa Musicale Lombardo, tuttora depositaria del patrimonio operettistico italiano.
In scena, saranno protagoniste le voci di Anita Venturi, Domingo Stasi, Elisabetta Giammanco, Silvia Felisetti e Alessandro Brachetti che ne cura anche la regia. Affiancano le note voci liriche nel costrutto recitativo del lavoro gli attori Paolo La Bruna, Ivano Falco, Salvo Dolce e Sergio Di Blasi. Dirige l’orchestra del Teatro Franco Zappalà il M° Michele De Luca. Le scenografie sono di Giovanni Vallone, i costumi di Domenica Alaimo, audio e luci sono a cura di Giovanni Russo e Francesco Di Gesù.